Le case chiuse di Kabukicho (parte prima)

A Kabukicho le cose succedono la notte, ma io l’ho capito da poche ore.

La mattina è una città di spiriti inquieti, ragazzini barcollanti appena usciti da love hotels e locali notturni. Erano carne nella notte ma sono spettri luminosi sotto il sole.

Hanno sempre la pelle bianchissima, sono rigorosamente magri, vestono mise discrete come stivaletti bianchi, pantaloni neri, giacche in leopardo, capelli che manco i Guns’n Roses. A volte sono raffinati e si accontentano di zeppe borchiate, borsello di uranio povero, giacca in pelliccia aliena. Sono i loro giorni blues, nella capitale del J-Pop.

Vado verso la colazione e mi guardano come un cane la polpetta. Il gaijin con la testa verde pare attirare questi professionisti dell’alternativo. Non voglio sapere a cosa pensano.

Li ignoro e mi dirigo verso i miei noodles. Ho un po’ di mal di testa per la notte passata e devo prendermi un momento. Devo rielaborare cosa è accaduto tra birra e whisky, e devo farlo a stomaco pieno. Sono tante cose per un sardo in jetlag.

American Bar in Kawaguchiko
American Bar in Kawaguchiko, sulla porta di una struttura a forma di Cremlino, per non farci mancare niente

Tokyo ha Shijuku, Shinjuky ha Kabukichio. Shinjuku è il quartiere alternativo e del divertimento di Tokyo. Kabukicho è la su parte hard, una sorta di oasi della trasgressione mainstream dove non so se pentirmi del mio alloggio economico.

(nota: a Shijuku ci sono ufficialmente circa 200 locali dove donne di ogni genere intrattengono uomini col borsello.

Night club, strip clubs, voyeur’s cabinets, discoteche con file chilometriche, erotic shops, bar e luci, tantissime luci. Se non vuoi donne e delirio, andare lí da solo è una scelta insolita, soprattutto per un tipo da birra e pub come me. Ma la curiosità ha vinto il poco buonsenso di questo nerd in fuga, ed eccomi a scriverne. Almeno, so di non essere solo in questo bisogno di cacciarsi nella bolgia.

Proprio ieri ho conosciuto una giovane coppia arrivata dalla Silicon Valley, lei di Google e lui di Amazon. Due giovani che guadagnano 80.000 l’anno per poi dover dividere la casa con altre tre persone(!).

Erano gentili e alla mano, avevano già un buon livello etilico così si è chiacchierato e offerto dei giri – Oh, il whisky  Giapponese! – andati all’Oslo Batting Center lì vicino, detto una quantità di sciocchezze. Ci si è scambiati autorevoli opinioni sul niente, valutato il futuro attraverso il vetro del bicchiere, sentiti dei cosmopoliti per qualche ora. Trovare altri IT, come me coinvolti in una multinazionale, in viaggio ed in vena di filosofare mi ha fatto sentire meno solo per qualche ora. Parlavamo e ci capivamo. Giovani anche loro, tesserine di un grande puzzle anche loro, mi hanno ripetuto allo sfinimento che dovrei andare in California e fare una sacco di soldi – come fosse quello l’importante – e poi ci si è salutati in amicizia.

Svariati Yamazaki dopo…

A quel punto, loro vanno a cercare del ramen prima di partire verso casa, io invece voglio farmi uno Chpok della buonanotte (birra e vodka shot) perché il jetlag mi teneva sveglio e non avevo certo le loro gomme alla marijuana per dormire.

Quindi cerco un pub, qualcosa alla mano che non fosse una discoteca o qualche club equivoco.

All’ennesimo incrocio mi ferma l’ennesimo nigeriano – un gruppo raro da quelle parti, che puoi osservare quasi solo la notte – “Ciao amico come va?” e la solita tiritera. Quello che fanno questi signori agli incroci é fermare chi ha gli orologi costosi e gli occidentali con la faccia da pirla e offrirgli, in generale, donne. Fino a quel momento, avevo capito solo questo.

Era forse il decimo in due notti e come per ogni pubblicità spudorata e aggressiva che si rispetti, sono riusciti ad incuriosirmi. Volevo sapere, volevo scriverne e così stavolta mi sono fermato e gli ho chiesto come funzionava.

“Vieni, ti porto a…”
“Non oggi, dimmi solo come funziona.”
“Ma vieni te la mostro così sai dov’è.”
“Senti, tanto oggi niente da fare, voglio solo sapere…”

In quel momento sento ridere, mi giro ed era la coppietta californiana, giunta alle mie spalle come l’Agente 47 con la corda di pianoforte.

“Che cosa vi state dicendo? Beccato! E meno male che eri stanco. Goditela! Goditela!”
Il gentiluomo delle pubbliche relazioni – chiamiamolo Bob – non perde un secondo “Sì sì, il vostro amico adesso se la gode, fa bene!”.
“Trattalo bene questo che è un caro amico eh! Fallo divertire.”
“Certo certo! Lo faccio trattare benissimo!” E via così!
Io sto lí in mezzo come un [quello!] – manca solo che passino mia madre, il parroco e le mie ex in fila.
Continuano da soli mentre io taccio, e alla fine i californiani vanno verso il ramen, mentre Bob riporta il focus sul pirl… su di me “Visto? Lo dicono anche i tuoi amici! Vieni, solo a vedere cosí sai dov’è, lascia che ti offra una birra!”.
A quel paese Schwarzenegger, bruci tutta l’erba della Silicon Valley, diventino obesi tutti i palestrati delle loro spiagge!
“Vabbè, ma oggi non mi fermo, capito? Indicami dov’è, che poi ritorno” (certo, aspetta!)
“Sì certo, poi torni i prossimi giorni, lascia che ti offra una birra e tieni questo.” Ho un sospetto: che Bob gli idioti come me li mangia a colazione. Sorride come una tagliola e mi allunga un biglietto da visita. Era vecchio ma plastificato, roba di classe direi, e c’erano… le tariffe(!).

Dannata anche la mia curiosità. In fondo, sapevo già che chiedere una informazione in Giappone portava risposte impegnative.

A questo punto ci avviamo. Non sapendo cosa mi aspettava… [continua nella parte seconda]

Shibuya - Tokyo - 8 Novembre 2017
* Ho poi scoperto che sono in buona parte cantanti, ballerini e seduttori. Sono le Star dei locali notturni, dove le ragazze pagano bene per vederli esibire e pagano ancora di più per il privilegio di lasciarsi sedurre da loro. A me appaiono virili come una bambola di pezza, ma come dicevano i romani: gustibus autobus filobus.

*1 Come insegnano i maestri, ci sono uomini col borsello in vero vitello e altri in finto bue.

Abbiamo quello che ci meritiamo.

Perché rendiamo la nostra vita peggiore?

In certi tratti, Stoccolma sembra uscita da un film futuristico, con tram luminosi che passano in superficie, costruzioni audaci, ponti tra i tetti, gente che esce da una metro che passa sotto il mare come fosse una cosa naturale. Luci nell’oscurità.
Ti aspetti di vedere Farrell o Schwarzenegger passare come in Atto di Forza.

Poi ti muovi nelle vie del centro e sembra di trovarsi in una fiaba dei Grimm, con gli edifici medievali impeccabili, colorati, l’acciottolato sotto le suole.
Vai in periferia, sembra l’advertising di un agriturismo: case ben distanziate, prati… manca la mucca viola della Milka che ti suona il campanello. Non un intonaco rovinato, una finestra sverniciata, una carta a spasso sul prato. Tutto pare nuovo di pacca.

Quasi irrita, sarò sincero. Allo stesso tempo però è bello, esci dall’Europa mediterranea, ne abbandoni la mediocrità e nel farlo ti rendi conto che essa è data dall’atteggiamento delle persone.

Hellasgarden a Stoccolma Svezia
Hellasgarden a Stoccolma, Svezia

A Malta vedo continuamente gettare i vuoti delle sigarette, lattine e cartacce fuori dal finestrino in corsa – e non si può giocare la carta del “Sono i turisti!” perché la musica tamarra e le bestemmie sono quasi sempre full maltese.
In spagna la gente non si preoccupa di non cantare per strada alle cinque del mattino, con l’adolescenziale egoismo per cui il mio momento è quello che conta e gli altri cazzi loro, dormano di giorno gli stronzi. Poi al mattino li trovi addormentati sulla tua porta.
In Italia… glissiamo che tanto lo sai bene. Qui, non giocare la carta del “Gli zinghiri!”, sarebbe umiliante.
In Grecia in due senza casco si fermano a fumare una sigaretta coi poliziotti in seconda fila ad uno stop. La Francia lasciamo perdere, e poi manco la conto tra i paesi mediterranei.

Dipende certo dalla sensibilità personale, ma Stoccolma può turbare se ti dai il tempo di pensare. Perché le loro strade sono pulite e le nostre sporche? Perché nei treni gli estintori ed i martelletti per rompere i vetri sono in bella vista, ancora lì e non se li sono ciulati?
Al parco Hellasgarden c’è una rudimentale palestra all’aperto, un casino di persone in giro e non solo dai bagni pubblici non si sono ancora fregati i cessi, ma non hanno neanche sfondato le porte o imbrattato i muri.
Sì, sono ricchi da far paura, hanno servizi ottimi, acqua e aria pulite, ma a parte che queste cose se le sono create e mantenute – non sono venute dal cielo e il nostro clima offre risorse forse maggiori delle loro, da sempre! – le cose che ho elencato non sono comunque dovute a questo. La triste realtà è che sono dovute in gran parte al comportamento dei singoli, alla loro educazione sociale.
Così le corrispondenti storture da noi sono dovute alla stessa ragione: le nostre strade e qualità di vita riflettono molto del nostro comportamento.
Moltissimo.

La Svezia non è il paradiso. La Svezia non è priva di problemi e loro non sono più santi degli altri europei – anche se amano sentirselo dire. Il fatto è che lì la noncuranza verso il prossimo e tutto ciò che è pubblico non è accettata.

Ogni volta che facciamo gli stronzi “latini” siamo colpevoli di peggiorare un po’ la qualità della vita delle persone attorno a noi. Le nostre strade sono sporche perché noi le sporchiamo; le nostre abitazioni sono messe a cazzo perché noi abbiamo accettato/cercato una forzatura o un abusivismo; alle 3 del mattino qualche testa d’ebano ci sveglia cantando o con lo stereo a palla perché noi lo facciamo o non fermiamo il nostro amico/figlio che ha voglia di farlo. Da questo, arriviamo ad accettare che esistano abomini come la mafia.

La Svezia non è il paradiso, ma se nelle piccole cose da loro si vive meglio che da noi la colpa è solo nostra, che lo vogliamo ammettere o no.

Adesso qualcuno parta pure con “Sì ma il sole da noi…” “Sì ma il cibo…” “Eh, ma vuoi mettere Trevi…”

Mederna Museet Stoccolma
A Stoccolma ci sono fantastici musei. Tra i vari consiglio sicuramente Mederna Museet… quando non si lascia andare ospitando vaccate di dubbio valore come quella di sopra. Il resto delle esposizioni era fenomenale.

22-10-2017 - Volo Stoccolma - Malta